numerazione provvisoria di 1978 P 1.
La presenza del satellite venne confermata il mese successivo alla scoperta anche
dall'Osservatorio di Cerro Tololo in Cile che disponeva di un telescopio da 4 metri di
diametro.
Ora anche Plutone, l'unico pianeta esterno all'orbita terrestre a non avere satelliti naturali,
ne possedeva uno.
Christy, che come scopritore ne aveva facoltà, propose di assegnargli il nome di Charon per restare nel campo della
mitologia greca. Charon è però anche quel personaggio che Dante Alighieri, protagonista di un viaggio immaginario
all'approssimarsi dell'equinozio di primavera del 1300, ci descrive all'interno de “La Divina Commedia” come un
vecchio duro e diabolico:
Ed ecco verso noi venir per nave
un vecchio, bianco per antico pelo
gridando: “guai a voi, anime prave!
Non isperate mai veder lo cielo:
ì vegno per menarvi all'altra riva
nelle tenebre etterne, in caldo e 'n gelo”
Fin qui Dante Alighieri non ci ha ancora rivelato chi è questo vecchio. Ma lo farà subito dopo:
Caron dimonio, con occhi di bragia,
loro accennando, tutti li raccoglie,
batte col remo qualunque s'adagia.
Abbiamo dunque fatto la conoscenza di Caronte, il traghettatore infernale che nella mitologia pagana raccoglie sulla sua
barca le anime dei morti per trasportarle al di là del fiume Acheronte, nel regno dell'oltretomba. Metaforicamente, la
scoperta di Caronte ci portava a conoscere le oscurità del regno di Plutone e ce ne rivelava i segreti.
Il nome di Caronte proposto da Christy rimase provvisorio fino al 1986, anno nel quale la UAI, durante un meeting
tenutosi a Nuova Delhi, provvide ad assegnarlo in via definitiva. A darne l'annuncio il 3 gennaio 1986 è Brian Marsden:
il satellite Pluto 1 (il primo ad essere scoperto) si sarebbe chiamato d'ora in avanti Charon.
Le successive osservazioni servirono a meglio definire le caratteristiche di questo sistema doppio.
Plutone ne uscì ulteriormente ridimensionato passando dai 6.000 km di diametro (valore che resisteva dalla misurazione
fatta da Gerard Kuiper nel 1950) alla nuova misura di 3.000 km, mentre a Caronte venne per la prima volta assegnato un
diametro stimato in circa 830 km.
La conseguenza più evidente fu che la massa di Plutone subì un nuovo forte ribasso: questo spronò diversi astronomi a
riprendere la caccia al decimo pianeta dopo che era stata riconfermata l'impossibilità di Plutone di perturbare con la sua
piccola massa, le orbite di Urano e Nettuno.
Ma le caratteristiche più peculiari di questo sistema dovevano essere ancora scoperte.
Plutone e Caronte sono bloccati in una rotazione super-sincrona che è misurata in 6,3872 giorni.
Cosa vuole dire? Semplicemente che il periodo di rotazione di Plutone corrisponde esattamente con il periodo di
rivoluzione del suo satellite: questo fa sì che Caronte stazioni nel cielo di Plutone restando fermo sempre nello stesso
punto. Caronte è dunque sincrono con il suo pianeta nello stesso modo in cui lo sono i nostri satelliti geostazionari, e
questo è il primo e per ora l'unico caso di perfetto accoppiamento tra un pianeta e il suo satellite all'interno del nostro
Sistema Solare.
Inoltre, a prima vista, apparve subito evidente che l'orbita di Caronte era orientata nella direzione nord-sud rispetto a
Plutone, situazione che faceva supporre che l'asse di rotazione del pianeta fosse molto inclinato e dunque vicino al piano
dell'eclittica.
Ma la scoperta più importante fu quella fatta da Robert S. Harrington, collega di James Christy all'Osservatorio Navale
di Flagstaff. Harrington fu il primo a rendersi conto che ogni 124 anni, e per una durata media di 5 anni, la Terra viene a
trovarsi esattamente sul piano dell'orbita di Caronte e risulta quindi possibile osservare continue mutue eclissi tra
Plutone e il suo satellite. E cosa ancor più importante e per un incredibile colpo di fortuna, una di queste mutue eclissi
sarebbe iniziata da lì a pochi anni, esattamente nel 1985 per terminare nel 1990.
Se Caronte fosse stato scoperto dopo il 1990, non avremmo potuto sfruttare
questa opportunità che ci ha consentito, grazie allo studio sui cali di luce
dei due oggetti, di ricavare in modo ancora più preciso l'orientamento e le
dimensioni dell'orbita di Caronte, nonché i diametri quasi definitivi dei due
corpi.
Teniamo presente che il telescopio Hubble non era ancora arrivato. Pur
essendo stato messo in orbita nel 1990, ha iniziato a lavorare soltanto dopo
il 1993 in seguito alla correzione della sua “miopia” e si vedrà come il suo
contributo si rivelerà subito fondamentale nell'aprire uno squarcio di luce
in questo piccolo mondo immerso nel buio.
Walter Pilotti