Yuri Alekseevič Gagarin nacque il 9 marzo 1934 a Klushino, vicino a Smolesk
(Oblast); durante la Seconda Guerra Mondiale i tedeschi occuparono il terreno dove
sorgeva la fattoria di famiglia e Yuri fu costretto a interrompere gli studi.
Al termine della Guerra si trasferì a Mosca dove frequentò una scuola per diventare
fonditore.
Nel 1951 frequentò la scuola industriale di Saratov, dove si iscrisse alla scuola di volo
locale (club aeronautico) e nel 1955 ricevette il battesimo del volo su uno YAK 18; si
distinse subito dagli altri compagni per il suo talento e, nell’autunno dello stesso anno,
decise di iscriversi all’Accademia Aeronautica Sovietica di Orenburg dove studiò il
funzionamento degli aerei a reazione, i motori e la termodinamica.
Anche in quest’occasione si distinse per le sue doti brillanti e, una volta guadagnata la
stima dei suoi superiori, iniziò a pilotare i MIG sotto la guida del suo istruttore Yadkar
Akbulatov.
Nel novembre 1957 si diplomò presso la scuola militare con alto profitto e venne
promosso tenente dell’Aeronautica Sovietica; in questo periodo conobbe Valya
Goryacheva, sua futura moglie, e nacque la sua prima figlia Helena.
Grazie ai suoi alti meriti ebbe la facoltà di decidere la sua destinazione operativa e
scelse la base di Nikel (Murmansk) dove iniziò a fare pratica con i voli notturni sui
MIG-15, a volare in condizioni meteorologiche difficili e fece domanda di ammissione
al programma spaziale sovietico.
Nell’ottobre 1959 le commissioni esaminatrici presiedute dal colonnello medico Karpov selezionarono presso diversi
centri del Paese tra cui l’Ospedale dell’Aviazione di Mosca i primi 3000 candidati per il programma spaziale.
Sin dall’inizio la selezione si mostrò molto dura, la commissione dovette tener conto delle caratteristiche fisiche del
cosmonauta che dovevano essere compatibili con quelle della navicella (c’era un limite all’altezza ed al peso),
naturalmente anche la vista, l’udito e il cuore dovevano essere in ottime condizioni.
I tecnici dovettero affrontare i primi problemi legati al volo spaziale, come ad esempio:
1. Può un essere umano sopravvivere nello spazio?
2. Un essere umano può ingoiare cibo?
Fu necessario pianificare una campagna di esperimenti per rispondere a queste ed altre domande che oggigiorno sono
diventate elementari.
Le prove che i candidati dovettero superare furono veramente dure e consistevano in test di stress (come la capacità di
risoluzione di problemi matematici in condizione di disturbo sensoriale), test di esposizione ad alte temperature e test di
accelerazioni/decelerazioni improvvise con la centrifuga.
Gagarin superò brillantemente tutte le prove ed entrò nella rosa dei venti candidati finali; si trasferì quindi a Mosca presso
la ‘Città delle Stelle’.
Il programma di addestramento divenne sempre più impegnativo e i venti candidati ebbero anche una preparazione teorica
di astronomia, fisica, teoria del volo e medicina ed una preparazione fisica attraverso la pratica sportiva, soprattutto il
nuoto.
Il 25 gennaio 1961 Gagarin apprese di essere nella squadra dei sei candidati finali e dovette superare altri esperimenti di
volo su aerei Tupolev che simulavano l’assenza di peso e diversi lanci con il paracadute per simulare la ‘discesa’.
La decisione finale di Korolev cadde su Yuri Gagarin quattro giorni prima del lancio e come riserva fu scelto Gherman
Titov (il cosmonauta della Vostok 2).
La notte precedente alla missione Yuri dormì in una baita (oggi monumento nazionale) assieme a Korolev vicino alla
piattaforma di lancio ed alla mattina, dopo aver indossato una tuta arancione, venne trasferito presso la rampa di lancio.
Durante il viaggio si fermò a fare pipì sulla ruota del pullman e da allora divenne una tradizione per tutti i cosmonauti.
Ormai tutto era pronto e la mattina del 12 aprile 1961 alle 8:51 Yuri Gagarin, un uomo di 27 anni, si trovò sulla rampa di
lancio di Baikonur all’interno della Vostok 1 in attesa di entrare nella storia.
Tutto era pronto dicevamo …
Ecco brevemente quello che accadde (ora di Mosca):
Ore 8:51 Gagarin ascolta della musica e rimane in attesa;
Ore 8:57 Preparazione alle operazioni di accensione del vettore 8K72K;
Ore 9:07 (T = 0 s) Decollo dalla piattaforma di Baikonur (ora in Kazakistan);
Ore 9:09 (T = 119 s) Distacco dei quattro sovralimentatori del terzo stadio ed il cono di protezione in testa al vettore. Gagarin subisce un’accelerazione maggiore di 5 g (inferiore comunque ai valori estremi a cui si era sottoposto in
fase di addestramento)
Ore 9:12 (T = 300 s) Spegnimento del secondo stadio (il corpo centrale) ed accensione dello stadio finale.
Ore 9:18:15 (T = 676 s) Spegnimento del terzo stadio. In orbita !!
Gagarin è il primo essere umano in volo orbitale intorno alla Terra; percorre un’orbita ellittica inclinata di 65° e 4’ rispetto
all’equatore terrestre e si muove in direzione est (vedi figura a pag. 10).
La capsula viaggiò a circa 27400 Km/h e raggiunse un’altezza massima di 302 Km (apogeo) ed un’altezza minima di 175
Km (perigeo). Gagarin descrisse le sensazioni che provò, ciò che vide dal visore e le reazioni del suo corpo in condizioni di
gravità ridotta.
“Il volo procede regolarmente… Mi sento bene … La Terra è azzurra e bellissima… Vedo le nuvole …”
Ore 9:21 Gagarin è sopra la penisola della Kamchatka.
Ore 9:32 A Shemya (Alaska), una stazione americana, capta le comunicazioni tra Gagarin e la base, demodulando il segnale
video.
Ore 9:37 Gagarin incrocia sopra le isole Hawaii.
Ore 9:48 Gagarin ha da poco passato l’equatore. Tutto OK. Trasmette i parametri stato (Temperatura, pressione interna e
dei retrorazzi ed umidità)
Ore 9:49 E’ notte, si trova dentro l’ombra della Terra.
Ore 10:00 La TASS (agenzia stampa U.R.S.S.) emette un comunicato ufficiale. Il comunicato è dato con ritardo di circa
un’ora dal lancio, dopo aver controllato che i parametri orbitali e l’inserimento in orbita erano corretti e che la
capsula percorreva l’orbita prestabilita.
Ore 10:10 La notte è finita, la Vostok vede l’alba. Il sistema di orientamento solare si attiva in anticipo e grazie agli ugelli
laterali, la capsula si mette in posizione per il rientro.
Ore 10:25 Sopra l’Angola si accendono i retrorazzi per il rientro, ma si spengono in anticipo. La capsula sobbalza ed inizia
a roteare su se stessa, la PO (il modulo di strumentazione) non si separa completamente dalla SA (apparato di
discesa): i cavi rimangono attaccati e Gagarin, ancora all’interno della PA, si trascina dietro un peso pericoloso.
Rischia di perdere l’assetto corretto per il rientro.
Ore 10:35 Fortunatamente i cavi si staccano (molto probabilmente bruciano nell’atmosfera).
Raggiunti i 7000 metri di quota Gagarin si eietta e, dopo essersi separato dal sedile, apre il paracadute.
Ore 10:55 La capsula, anch’essa fornita di paracadute, atterra.
Ore 11:05 Atterra a sud ovest di Engels, nella regione di Saratov, in
un campo di contadini.
La prima persona che Gagarin, in ottima salute, incontrò fu la
contadina Anna Takhtarova. Una volta informato il personale tecnico
venne scortato a Kuybyshev, sul Volga, dove fu raggiunto dai
responsabili della missione dopo aver esaminato la capsula.
L’evento fece presto il giro del mondo e per l’U.R.S.S. fu un vero
trionfo; nei giorni seguenti il neo maggiore Gagarin venne
festeggiato sulla Piazza Rossa assieme a Nikita Kruscev e divenne
un eroe nazionale.
Per motivi politici fu escluso da ogni altra attività di volo ma
continuò a collaborare alla preparazione di altre missioni spaziali e
allo sviluppo della navicella Sojuz.
Più tardi riuscì a ottenere il permesso di riprendere a volare, così la mattina del 27 marzo 1968 decollò dalla base di
Chkalovskijj con un MIG-15 UTI assieme al copilota Seregin.
Fu il suo ultimo volo: poco dopo il decollo, l’aereo precipitò. Scattò subito l’allarme e furono allertate le squadre di
soccorso ma oramai era troppo tardi: ciò che fu recuperato venne cremato. L’urna con le ceneri di Gagarin riposa oggi nelle
mura del Cremlino.
Un’apposita commissione stabilì che la causa della tragedia fosse da cercare in un errore del pilota: per evitare la collisione
di un pallone sonda Gagarin effettuò una virata improvvisa e, unitamente alle condizioni meteo sfavorevoli, l’aereo
precipitò. Il rapporto però non venne accettato dai suoi colleghi cosmonauti più esperti e, nel 1986 una nuova inchiesta
scartò l’ipotesi dell’errore umano.
Quando l’equipaggio, che non aveva informazioni adeguate riguardanti l’altitudine massima delle nuvole nella zona,
ricevette l’ordine di rientrare iniziò la manovra di discesa volando in un denso strato di nubi; in quel momento un secondo
aereo (un MIG-15) passò vicino all’aereo di Gagarin che entrò in un vortice d’aria e venne disorientato dallo strato di
nubi. Quando Gagarin e Seregin uscirono dalle nubi si trovarono più in basso di quanto previsto e non ebbero il tempo per
riportare l’aereo in quota.
Gagarin dimostrò che l’uomo era in grado di volare oltre ogni limite e che l’esplorazione dello spazio non si limitava più
all’invio di sonde. La presenza fisica dell’uomo aprì nuove frontiere.
Il volo di 50 anni fa rappresentò un punto di partenza soprattutto per la scienza e creò nuove prospettive reali di ricerca per
le moderne discipline quali le telecomunicazioni, l’aeronautica, la meteorologia e la medicina.
P.S. Vi consiglio di guardare (in HD) “The First Orbit”, un film che ripercorre, con l’aiuto della ISS, l’orbita di Gagarin
sovrapponendo immagini di oggi con quelle dell’epoca insieme a spezzoni di audio originale. La fotografia è diretta da
Paolo Nespoli. Lo trovate su Youtube.
Alessandro Fumagalli
Bibliografia ed immagini
http://www.svengrahn.pp.se
http://www.br37.net
http://www.federalspace.ru
http://www.russianspaceweb.com/
http://www.roscosmos.com/
http://www.russianarchives.com/gallery/gagarin
http://www.astronautix.com
http://www.sciencephoto.com/images
http://history.msfc.nasa.gov/
http://www.yurigagarin.it/