E’ la costellazione più famosa dell’intero cielo ed è talmente facile da individuare da essere spesso utilizzata come riferimento per trovarne molte altre. E’ sufficiente alzare gli occhi verso nord per veder brillare le sue 7 stelle più luminose.

La fama di questa costellazione è tale che è proprio dal suo antico nome romano, costellazione dei Septem Triones (costellazione dei sette buoi) che deriva il termine “Settentrione”, sinonimo appunto di nord. Dal nome greco Arktos (Orso) derivano invece, i termini “artico” e “Artide”. “...l'Orsa che gira su se stessa rivolta ad Orione ed è la sola che non si bagna nelle acque di Oceano..." scriveva Omero nell’Iliade (XVIII, 478-489), come per spiegarci che questa costellazione circumpolare non tramonta mai ed è sempre presente sopra il nostro orizzonte.

Il periodo migliore per osservarla è però l’inizio della primavera quando si trova proprio allo zenit.

Il mito racconta che Zeus vide Callisto mentre dormiva in un bosco e se ne innamorò perdutamente. Per avvicinare la ninfa devota ad Artemide e votata alla castità, Zeus si trasformò proprio nella figlia Artemide. Come al solito il padre degli dei riuscì a sedurre la ragazza. Quando Artemide scoprì che la ragazza era incinta di Zeus la scacciò non sopportando il tradimento. La vendetta di Era, moglie di Zeus, fu però più crudele: Arcade, il figlio illegittimo concepito con Zeus diventò un gran cacciatore di orsi; fu così che Era decise di trasformare Callisto in un’orsa. Se il suo piano fosse riuscito il figlio avrebbe ucciso la madre e lei avrebbe potuto ottenere la sua vendetta. Ma proprio quando Arcade fu sul punto di uccidere l’orsa intervenne Zeus che trasformò madre e figlio nelle costellazioni dell’Orsa Maggiore e dell’Orsa Minore. Naturalmente Era non fu contenta dell’intervento di Zeus e chiese aiuto alla dea marina Teti. Quest’ultima rivolse alle costellazioni una maledizione affinché fossero costrette a girare per sempre in tondo nel cielo e a non riposarsi mai sotto l'orizzonte.

Le stelle più luminose della costellazione sono raggruppate nel famosissimo asterismo del Grande Carro e sono: Dubhe (α Ursae Majoris) è una stella gialla di magnitudine 1,81; si trova a 124 anni luce da noi. Dubhe è una stella tripla. La primaria, di colore arancione, e la secondaria, di colore bianco, sono facilmente osservabili anche con un binocolo essendo separate da alcuni primi. Il nome Dubhe deriva dalla parola araba dubb che significa orso. Nel 5100 a.C. questa stella era la polare. Per la precessione degli equinozi, lo sarà nuovamente verso il 20500.

Alioth (ε Ursae Majoris) è la stella principale della costellazione; ha una magnitudine di 1,76 ed è di colore bianco.

Alkaid (η Ursae Majoris) è una stella azzurra di magnitudine 1,85 posta a 101 anni luce di distanza da noi.

Mizar (ζ Ursae Majoris) è una stella bianca di magnitudine 2,23

Mizar è una stella multipla formata da quattro stelle legate gravitazionalmente e separate da 14", risolvibili anche con un telescopio di modeste dimensioni.

Merak (β Ursae Majoris) è una stella bianco-azzurra di magnitudine 2,34. Phecda (γ Ursae Majoris) è una stella bianco-azzurra di magnitudine 2,41. E’ spesso utilizzata per individuare la galassia M109.

Megrez (δ Ursae Majoris) è la stella meno luminosa del Grande Carro con una magnitudine apparente di 3,32. E’ situata a 81 anni luce di distanza ed è una stella bianca di tipo spettrale A3V. Ha due compagne, Delta 11 Ursae Majoris B e Delta Ursae Majoris C. Questa costellazione contiene numerose stelle con un sistema planetario accertato, tra queste merita menzione 47 Ursae Majoris, il primo sistema planetario ad essere scoperto e attorno alla quale orbitano tre pianeti. La costellazione dell’Orsa Maggiore ospita ben 7 oggetti del catalogo di Messier: la nebulosa M97, nota anche con il nome di Nebulosa Civetta a causa di due macchie scure che assomigliano agli occhi di un gufo, la stella doppia ottica M40 e le galassie M81, M82, M101, M108, M109. M81, chiamata anche Galassia di Bode in onore Johann Elert Bode che la osservò la prima volta nel 1774, è una galassia molto brillante. In una bella notte serena può essere osservata anche con un semplice binocolo; un telescopio rifrattore da 140-150mm permetterebbe di osservare la struttura del suo nucleo. Anche M101, detta Galassia Girandola, in una serata particolarmente adatta all’osservazione, può essere individuata con un semplice binocolo. Data la sua grande dimensione non occorrono eccessivi ingrandimenti per osservarla ma per distinguere il nucleo ed i frammenti dei bracci è necessario utilizzare un telescopio da almeno 250 mm.

Carmen Treglia